Il Museo - Vivi Pianoro

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Il Museo

Il Museo di Arti e Mestieri di Pianoro sorge al limitare dell'abitato, in posizione pedecollinare, tra il parco del Genepreto, l'area della piscina comunale e il parco della Bocciofila,
in una zona dove un tempo esistevano alcuni poderi agricoli e le loro case coloniche.

In una stalla/fienile di fine ‘800, sono conservati ed esposti documenti materiali della passata civiltà contadina e artigianale delle vallate del Savena, Setta e Idice,
oltre 1800 dei quali donati dal collezionista pianorese Pietro Lazzarini.

Il restauro dell'edificio ha restituito al suo stato originale il corpo centrale, la stalla con 10 poste dal soffitto a volta e pavimento in mattoni e adattato a spazi espositivi le superfici accessorie e il sovrastante fienile.
L'allestimento, organizzato per ricostruzione storica di ambienti e per tipologia di oggetti, propone una lettura volta a trasmettere le tradizioni, i modi di vita e la lingua della comunità.

Il percorso espositivo, strutturato secondo tre filoni tematici, "la casa rurale", "le attività artigianali" e "i lavori agricoli", suddivisi ciascuno in varie sezioni, è incentrato sulle attività lavorative della donna e dell'uomo.
Negli spazi della casa contadina, gli strumenti, le suppellettili e gli arredi rimandano alla molteplicità del lavoro femminile, alla donna, al suo ruolo all'interno della famiglia patriarcale.

La donna si affaccenda al furnasèli, fa la treccia di paglia, attività tipica della vallata del Savena, tesse il filo di canapa, fila la lana, ricama il corredo, lavora il latte per ricavarne formaggi e ricotta e, non solo, aiuta l'uomo in cantina, nella stalla, nei campi.
Nelle poste rivivono le botteghe artigiane (calzolaio, barbiere, sarto, cappellaio, materassaio, magliaia, fabbro, falegname) e la miriade di attività stagionali quali il norcino, il seggiolaio, il cestaio, l'arrotino, il cordaio.
Il settore dedicato ai pesi e alle misure è particolarmente interessante per la presenza delle antiche misure per cereali in uso prima dell'adozione del sistema metrico decimale, come la quartaróla e al stèr.

Sotto una grande tettoia a vetrate sono esposti gli attrezzi e le macchine per il lavoro nei campi (coltivazione del grano, del mais, della vite, della patata e del fieno) e per il lavoro nei boschi di tagliatori, segantini, mulai.
Qua e là i segni della devozione e delle antiche credenze rimandano a un mondo dai confini tra il sacro e il profano ancora non ben definiti.

Nel giardino che circonda il Museo mezzi di trasporto agricolo e macchine per la lavorazione del terreno, la semina e il raccolto, a trazione animale o meccanica, testimoniano i progressi e le innovazioni compiuti dall'uomo, anche se zappa e falce, strumenti antichissimi, sono ancora indispensabili.

Gigantografie, pannelli informativi, postazioni multimediali, per consultare l'inventario fotografico con la nomenclatura in dialetto e italiano, completano l'esposizione museale.
Al piano superiore, l'aula didattica, con biblioteca e computer, è a disposizione delle scolaresche in visita e l'ampia sala per proiezioni, conferenze, seminari, ospita mostre di arti visive.


Il logo del Museo di Arti e Mestieri è una basculla, tale scelta per sottolineare che non esiste pressoché alcun settore della vita umana nel quale i procedimenti di misurazione e pesatura non giochino un ruolo decisivo.

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