La Casa Rurale - Vivi Pianoro

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La Casa Rurale

 

 

Nella casa contadina la vita ruotava intorno alla cucina, ambiente in cui si riunivano tutti i membri della famiglia. D'inverno ci si radunava a veglia nelle stalle tiepide di calore animale.

Al piano terra, l'ampia cucina con il focolare sempre acceso.

È stata ricostruita la tipica cucina locale con il camino dalla cui cappa pende una catena munita di gancio per il paiolo di rame per la cottura della polenta, principale alimento quotidiano. Accanto al focolare al furnasèli (i fornelli), in mattoni, dove ardeva la carbonella e per cuocere o riscaldare condimenti e intingoli. In un angolo, il secchio con l'acqua attinta dal pozzo e un semplice secchiaio, ricavato da un unico blocco di sasso. Alle pareti su mensole e piattaie sono allineati rami, vasellame e utensili per cucinare. Completa l'arredo la grama (la gramola), che amalgamava grandi impasti di farina e acqua per fare il pane in pagnotte sode e compatte.

 

E la stanza del telaio...

Il telaio, in collina, era usato per la produzione domestica di tela di canapa per farne indumenti, lenzuola o biancheria per gli usi propri e per il corredo dotale, tela fitta per sacchi da farina o teloni per coprire il pianale del carro. In una teca l'occorrente per cucire, rammendare, ricamare, fare pizzi.

 

Al piano superiore le camere da letto, spesso insufficienti per la numerosa famiglia.

In questa sezione è esposta la camera da letto del fabbro del borgo. Sono qui presenti gli strumenti per scaldare il letto (prete, suora, scaldaletto) e per l'igiene personale, nonché vestiario e capi da corredo.

 

Sotto l'abitazione, in parte o totalmente interrata, la cantina.

In campagna la cantina era soprattutto il sito del vino, ma anche vi si conservavano al fresco prosciutti, salami, formaggi, marmellate... Il vino era a un tempo bevanda e alimento energetico. Quindi pigiatrice, tino, botti, bigonci, pevera, damigiane, torchio e tanti altri strumenti per trasformare l'uva in vino, "chè almeno una mezza castellata (circa 4 quintali) la si doveva comprare". Irrinunciabile il vino!

 

Sotto l'abitazione con l'apertura a valle o in una costruzione attigua, la stalla.

La stalla accoglieva la ricchezza del podere: buoi, manzi, vacche, mucche, vitelli: in dialetto al bèsti (le bestie, il bestiame). Care al contadino anche perché buoi e vacche alleviavano la sua fatica nei campi. Trainavano i carri carichi di covoni, di letame, di legna ed erano indispensabili per l'aratura. Ricostruita in due poste dell'antica stalla, in una è conservato tutto l'occorrente per accudire il bestiame e per aggiogarlo, nell'altra gli strumenti usati d'inverno, in campagna, quando si stava radunati a veglia nelle stalle tiepide di calore animale. Si conversava e lavorava: fabbricare canestri, filare la lana, fare la calza, agucchiare, trecciare la paglia del grano per farne cappelli e sporte erano attività frequenti.

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