Il tempo libero
In quel tempo, quando il lavoro impegnava quotidianamente uomini, donne e bambini, c’era anche il momento per godere di un po’ di svago: erano l’osteria per gli uomini e le chiacchiere domenicali sull’aia con le mani sempre impegnate in piccoli lavori per le donne. I bimbi, svolti i doveri lavorativi, potevano liberare la fantasia con giochi e giocattoli in cui erano i veri protagonisti. Giochi di strada, una raccolta di giocattoli costruiti con materiali di risulta o reperiti nel territorio, un campionario che rimanda ad un diverso modo di divertirsi, a cui sono affiancati i giocattoli dei figli dei benestanti, per una riflessione sulle condizioni di vita delle diverse classi sociali che anche il giocattolo documenta.
Una muta di 11 Burattini attende di essere animata per raccontare storie fantastiche e portare ancora allegria nelle strade.
La scuola
Gli arredi e gli oggetti della scuola del leggere, scrivere e a far di conto, penna, inchiostro e calamaio, rimandano a quando la frequenza scolastica, pur obbligatoria, era secondaria ai bisogni della famiglia, un ulteriore divario tra classi sociali.
La devozione popolare
I Santi protettori, la figura del sacerdote, i libri di preghiera e gli oggetti devozionali esprimono la profonda vicinanza ai problemi della vita quotidiana e il legame con il Mistero. E nei detti e proverbi dell’Appennino bolognese, che ne testimoniano e compendiano la morale comunitaria, sta il rapporto con la religione, la fatica del lavoro, la fame quotidiana.
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